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Marche, app Immuni: come scaricare e come funziona

App Immuni Marche
Foto: @App Store

Avete già scaricato l’app Immuni? Non ancora? Anche nelle Marche ci sono molte persone che non sanno bene dove scaricarla o come funzioni. Ecco perché oggi andremo a fare un breve recap su dove potete trovare l’applicazione (sia su iOS che su Android) e su come funziona. Vi ricordiamo che ai fini di tracciare l’effettiva diffusione del Coronavirus, scaricare questa applicazione sarà assai utile (e non ci sono rischi per la privacy, potete stare tranquilli).

L’app Immuni è attiva in via sperimentale in 4 regioni per ora:

  • Marche
  • Puglia
  • Abruzzo
  • Liguria

Dal 12 giugno, invece, sarà disponibile in tutta Italia.

Dove scaricare l’app Immuni?

L’app Immuni è disponibile gratuitamente sia per iOS che per Android:

Basta seguire i link e scaricare l’app sui propri cellulari. Purtroppo l’app Immuni non funziona proprio su tutti i dispositivi. Su iOS, per esempio, dovrete avere un modello di iPhone che permette l’aggiornamento di iOS a versioni pari o superiori alla 13.5 (funziona in pratica su 11, 11 Pro, 11 Pro Max, Xr, Xs, Xs Max, X, SE (2nd generation), 8, 8 Plus, 7, 7 Plus, 6s, 6s Plus, SE).

Passando a Android, il cellulare dovrà avere i seguenti requisiti:

  • Android versione 6 (Marshmallow, API 23) o superiore
  • Google Play Serices versione 20-18-03 o superiore
  • Bluetooth Low Energy

A cosa serve l’app Immuni?

L’app Immuni è nata per cercare di aiutare nel tracciamento dei contatti con eventuali positivi al Coronavirus, ricevendo nel frattempo anche una notifica che vi avvisa di quando si è entrati in contatto con persone positive al Sars-Cov-2 e contagiose.

Come funziona l’app Immuni?

Di base l’app Immuni si basa sulla tecnologia Bluetooth, quindi la trasmissione di dati senza fili. Una volta scaricata e avviata, non dovrete inserire nessun dato: vi chiederà, ovviamente, solo il permesso di usare il Bluetooth. Tutti i giorni l’app crea una chiave alfanumerica tramite la quale produce il codice ID identificativo, emesso dal cellulare tramite il Bluetooth per 15 minuti. Quando l’ID scade, finiti questi 15 minuti, Immuni ne genera uno nuovo, collegato alla chiave che è nota solo all’applicazione. Questo è stato fatto per impedire a chiunque di risalire a un determinato smartphone usando l’ID.

Quando gli smartphone con Immuni entrano in contatto, magari quando si è in coda a fare la spesa, si scambiano gli ID e registrano tale informazione solo nella loro memoria: non la inviano a nessuno. L’app calcola anche la distanza minima fra gli smartphone (c’è un certo grado di approssimazione) e il lasso di tempo in cui i due cellulari sono stati in prossimità. Si tratta di due dati fondamentali per capire se la casuale vicinanza con un positivo al Sars-Cov-2 possa aver generato il rischio di un contagio.

Cose che non fa Immuni:

  • non registra la posizione geografica
  • non condivide la posizione geografica con altri

Ma cosa succede quando una persona che ha scaricato Immuni scopre di avere i sintomi e di essere positiva al test? In teoria l’operatore sanitario che comunica la positività, sincerandosi del fatto che la persona positiva abbia scaricato Immuni, le indica come segnalare il suo caso in modo che eventuali persone incrociate per caso vengano a sapere di essere state vicine a un positivo. Se il paziente dà il suo ok (potrebbe anche rifiutarsi di farlo, non è obbligatorio), l’operatore sanitario gli chiederà di leggere un codice generato dall’applicazione della sezione Caricamento dati (questa funzione richiede l’assistenza di un operatore sanitario autorizzato), di dirgli la provincia in cui vive e più o meno il giorno in cui si è accorto di avere i sintomi.

L’operatore invia queste informazioni al centro dati. Ora il paziente ha due minuti di tempo per premere il tasto “Verifica” sull’app: in questo modo l’applicazione confermerà la corrispondenza con il codice riferito prima all’operatore: in questo modo verrà avviato il trasferimento di quelle chiavi generate nei giorni precedenti, quelle che servivano a creare ID ogni 15 minuti.

Come avete notato, non viene chiesto né dall’app né dall’operatore di caricare o trasmettere dati personali. Ora cerchiamo di capire cosa succede a chi è venuto accidentalmente a contatto con una persona successivamente risultata positiva.

Tutti i giorni l’app Immuni si collega al database centrale per ricevere l’elenco delle chiavi caricate dalle persone positive e effettua controlli crociati per controllare se fra quelle chiavi ce ne siano alcune captate dal cellulare su cui è caricata. Se viene trovata una corrispondenza con una chiave, viene inviata una notifica che indica a quella persona di essere entrata in contatto con qualcuno che poi è risultato essere positivo e quindi potenzialmente contagioso. Tuttavia non viene indicato chi sia questo “qualcuno” contagioso: è un modo tramite il quale si viene a conoscenza di un possibile contatto con un positivo per poter attuare tutte le precauzioni del caso (cioè contattare telefonicamente il proprio medico che fornirà indicazioni utile e intanto mettersi in quarantena volontaria).